Giorgia Meloni difende le dichiarazioni di Valditara, suscitando polemiche sul tema della correlazione tra immigrazione e violenza di genere.
La premier Giorgia Meloni, a margine del G20 di Rio de Janeiro, è intervenuta in risposta al ministro Valditara, che ha collegato l’aumento delle violenze sessuali in Italia all’immigrazione irregolare.
La leader di FdI ha espresso pieno sostegno, dichiarando che “ci sono sicuramente dei dati” a conferma di questa tesi.
La difesa di Giorgia Meloni sulle parole di Valditara
La premier, come riportato da Fanpage.it, ha ribadito l’urgenza di affrontare l’immigrazione irregolare di massa come una delle cause della violenza di genere: “Le cause di questa violenza vanno affrontate tutte quante“.
Secondo diversi studi e rapporti delle forze dell’ordine, mentre la nazionalità di molti sospettati o condannati viene registrata, non esiste una correlazione chiara tra status migratorio irregolare e crimini contro le donne.
Le parole del ministro Valditara, pronunciate durante la presentazione della fondazione Giulia Cecchettin, hanno generato critiche.
Gino Cecchettin, padre di della vittima, ha ricordato che la violenza di genere ha radici profonde nella cultura patriarcale. Inoltre sulle parole del ministro, è intervenuto al Corriere della Sera: “Non è che se neghi una cosa questa non esiste. Il ministro ha parlato di soprusi, di violenze, di prevaricazione. È esattamente quello il patriarcato ed è tutto ciò che viene descritto nei manuali“.
Le dichiarazioni di Delmastro
Un altro caso che ha visto Giorgia Meloni intervenire riguarda le affermazioni del sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro.
Durante la presentazione di un nuovo mezzo di trasporto per detenuti al regime 41-bis, ha detto di provare una “intima gioia” nel sapere che la polizia “non lascia respirare” chi è sottoposto a tali misure. .
La presidente del Consiglio ha respinto le critiche, sostenendo che si trattasse di un fraintendimento: “Ha detto che gode del vedere non respirare la mafia. Se questo vi scandalizza ne prendo atto“.